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Denti del giudizio: informazioni utili

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Denti del giudizio: informazioni utili

Come curare e quando estrarre il terzo molare

Senti la gengiva dolente in corrispondenza dell’angolo della mandibola? Il fastidio si irradia fino all’orecchio rendendo difficoltosa anche la masticazione? Hai notato un ingrossamento dei linfonodi del collo? È possibile che nella tua bocca stiano spuntando i famosi, e temuti, denti del giudizio. Si tratta certamente dei denti più particolari presenti nella bocca, dato che sono gli ultimi a comparire nelle arcate (generalmente tra i 17 e i 30 anni ovvero quando viene a completarsi quella che si definisce come dentizione permanente). Non è comunque assolutamente da escludere il fatto che la loro manifestazione avvenga in età più avanzata o, addirittura, non si verifichi mai nel corso della vita.

Se nel momento della loro comparsa questi provocano problemi ai denti adiacenti (ad esempio danni paradontali, carie o pulpiti), l’odontoiatra deve valutare con molta attenzione la situazione, decidendo se l’estrazione sia o meno la soluzione migliore per la risoluzione della patologia.

In quali casi è necessaria l’estrazione?

Un’eventuale estrazione del dente del giudizio viene valutata a seconda della conformazione del cavo orale. Oggi, grazie ai passi avanti compiuti dalla medicina soprattutto in ambito di indagini radiologiche, è possibile effettuare un importante lavoro di prevenzione su questa patologia, potendo intercettare tramite esami strumentali eventuali elementi ancora in formazione che possono portare ad una estrazione precoce chiamata germectomia. Andiamo quindi a vedere nello specifico quali sono i casi in cui l’estrazione è inevitabile:

  • quando interferisce con la normale masticazione
  • se il dente cresce con un orientamento sbagliato o appare cariato
  • nei casi di assenza di spazio per l’eruzione
  • nel caso in cui il dente cresca parzialmente o parte della corona sia sotto la gengiva
  • quando si presenta rotto o scheggiato, risultando così essere una potenziale fonte di penetrazione al suo interno per i batteri

Se un dente mostra un normale sviluppo, si trova ben posizionato in arcata, dove è presente un tessuto gengivale adeguatamente formato, ed esista lo spazio necessario per il suo sviluppo, può essere preservato. Al contrario, quando gli ottavi in arcata risultano inclusi, completamente o in parte, solitamente è preferibile optare per l’estrazione.

Quando si parla di inclusione ci si riferisce ad un dente che è rimasto ‘intrappolato’ nell’osso. Sono proprio questi i casi più frequenti in cui si verifica un’infiammazione in grado di sfociare in ascessi talvolta molto dolorosi. Il dente incluso possiede non ha ancora fatto la sua comparsa in arcata nonostante possieda una radice completamente formata. La mancata eruzione entro i tempi fisiologici può essere dovuta dall’orientamento del dente o alla conformazione ossea della mascella.

Cosa fare dopo l’estrazione dei denti del giudizio

Trattandosi a tutti gli effetti di un vera e propria operazione, nei giorni successivi all’estrazione è necessario che il paziente resti a riposo per qualche giorno, evitando in particolar modo sforzi fisici importanti. Per quanto riguarda l’alimentazione è importante evitare soprattutto cibi molto caldi, mentre in merito all’igiene orale deve seguire le normali abitudini, evitando però nella zona interessata dall’intervento l’utilizzo della spazzola. Un impacco di ghiaccio esterno da applicare sulla guancia, nelle fasi immediatamente successive, può risultare molto utile per scongiurare un eccessivo gonfiore. Per finire sarà discrezione dell’odontoiatra consigliare degli antinfiammatori o prescrivere una cura antibiotica.

 

 

 

 

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